Dietro richiesta di una sostenitrice iscritta al Movimento enne.zero di poter prendere in esame il conflitto con la sua capa sul lavoro, si procede, prima dell’ascolto della storia, ad una rapida cognizione, tra i partecipanti, della propria definizione di “ipercritico”. Il lavoro prosegue nell’esposizione, con conseguente analisi, della storia portata.
Per problemi famigliari la conduttrice non è presente, pertanto lo svolgimento del laboratorio è lasciato all’autonomia dei partecipanti. Può essere un’ottima occasione di mettere a frutto ciò che, con l’ausilio e la competenza di Tiziana, abbiamo appreso.
La narratrice inizia con una richiesta: “Se mi potete dare una mano”.
Rilevazione delle parole chiave:
La Manager ha un Metodo gerarchico e dominante, non accetta il confronto. Nessuno la contraddice, se no minaccia e si vendica. La Manager apostrofa e nomina i colleghi. Tutti quelli che prima si confrontavano ora non obbiettano più. Ha la fissa della perfezione assoluta. Denigra quando c’è l’errore. La narratrice e la manager lavorano insieme da più anni. Prima non lo faceva, da oggi comincia con le parolacce. Abusa del suo potere in maniera esagerata. È una vendicativa.
Questo problema arriva solo da lei.
La narratrice ritiene che il suo conflitto nasca da un bisogno di riconoscimento non soddisfatto.
Narratrice (N): “Secondo me il problema grosso è il mio”. “Ho paura”.
N: “Mi fa soffrire il suo stile, così aggressivo e violento, dominante – ho pianto di fronte a lei”.
N: “Lei ha le sue problematiche…
Parole chiave:
Aggressività, paura, non accetta il confronto, frustrazione, lei è intelligente, dovrebbe capire, dominante, rigida, lei ha paura di mostrare le sue fragilità,
Indagine:
I corsisti indagano per mezzo dello strumento della domanda esplorativa.
Di seguito sono riportate delle domande e constatazioni poste alla narratrice e la successive risposte della protagonista.
(D = Domanda – R = Risposta)
- D: “È sempre stata così?”
- R: “All’inizio era più docile”.
- D: “Nel suo comportamento sembra ci sia un metodo?”.
- R: “È il suo stile,”.
- D: “Che cosa ti fa stare veramente male?”.
- R: “Non mi sento rispettata, violata nella mia dignità, mortificata. Molte persone sono andate via piangendo”.
- D: “Quindi per te non sarebbe differente se cambiasse lei o cambiassi tu per migliorare la relazione?”.
- R: non riesce a rispondere.
- D: “Perché pensi di avere l’onere di svelarla come persona? Farla esprimere? Perché spetta a te di far emergere queste qualità positive di queste donne?”.
- D: “Tu vuoi credere che questa persona sia così (lei è intelligente, dovrebbe capire, lei ha paura di mostrare le sue fragilità), ti sei caricata di questa missione”.
- D: “Non hai mai nominato questa persona, non l’hai mai identificata in un’ora di racconto”.
- D: “Cinque qualità positive della manager”.
- R: “Onesta, forte senso del dovere, non è cattiva (non è sadica come sembra), coraggiosa”.
- D: “Hai proposto una soluzione di incontro che però sembra solo tua”.
N: “Perché io ho l’ossessione di questa qua!”. “Le diciamo sempre sì”. “Ha le spie”. “Vorrei avere una relazione migliore con lei”. “Prima volta che mi succede una cosa del genere”. “Perché non potremmo lavorare in armonia?”.
Poiché la narratrice sembra insistere sul fatto di ottenere un consiglio dalla classe i partecipanti propongono una soluzione a base di resilienza.
Individuiamo un senso di frustrazione nella narratrice nel sentirsi “la sola a provarci”. Violazione di dignità, senso di giustizia.
A cura di A. Maietti.