Il problema portato in aula riguarda, come dice il titolo stesso, una vecchia causa che emerge dal passato, insieme a tutte le dolorose emozioni ad essa connesse, richiedendo di prendere delle decisioni in merito al da farsi.

Racconto di A

Tutto inizia nel 2002, quando vengono eseguiti dei lavori di straordinaria manutenzione su un immobile di proprietà del fidanzato di A. Entro il dicembre del 2003 dovevano essere pagate tutte le rate ad esso riferite. Ma il fidanzato viene a mancare senza aver pagato le rate. Nel testamento dallo stesso redatto, viene lasciato ad A l’appartamento, sul quale grava il pagamento delle spese di straordinaria manutenzione. L’amministratore del condominio fa ricorso per decreto ingiuntivo contro A e la madre del fidanzato. La madre del fidanzato instaura un giudizio volto ad accertare la qualità di erede di A. Il decreto ingiuntivo viene opposto con conseguente instaurazione della causa. Il giudizio relativo alla richiesta di pagamento delle spese condominiali viene sospeso in attesa dell’esito delle questioni ereditarie. Qualche anno dopo, il giudice adito per la questione ereditaria riconosce A quale erede. A adempie al pagamento dei debiti del defunto (circa una decina di migliaia di euro) e le spese legali di tutte le parti (quasi 40.000 euro). Decorsi sei mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, l’avvocato di A non riassume il giudizio. Dopo otto anni dalla sospensione del giudizio, l’avvocato di A comunica che l’avvocato del condominio è stato sollecitato dall’amministratore sulla questione, chiedendogli copia della sentenza.

I rapporti tra A e il suo avvocato non sono chiari: quest’ultimo non ha mai fatto avere ad A un preventivo, né tantomeno una parcella per il lavoro svolto, nonostante A l’abbia più volte sollecitato. A si vede coinvolto nuovamente dopo tanti anni in una questione che ancora oggi crea emozioni dolorose. Vorrebbe che il suo avvocato prendesse in mano la questione chiudendola con un negoziato ma, da una parte, dovendo ancora saldare la parcella del lavoro svolto, non ha idea di cosa possa costare attivarlo, dall’altra non ha piena fiducia nelle capacità negoziali del suo legale, inoltre, poiché il suo avvocato si è dimenticato di riassumere il giudizio, il decreto è diventato esecutivo. A sente che il suo legale non comprende i suoi bisogni di chiudere con il passato, assumendo l’atteggiamento passivo che si configura nel “non svegliare il can che dorme”.

Analisi:

Si procede con l’analisi di quante e chi sono le parti coinvolte:

– A

– fidanzato

– mamma del fidanzato

– avvocato di A

– condominio

– amministratore

– avvocato del condominio

– Giudice: della causa ereditaria / dell’opposizione al decreto ingiuntivo

– i due nipoti (che interverrebbero nella causa in caso la mamma del defunto fidanzato venisse a mancare)

– avvocato della mamma

Si redige la Mappa delle relazioni

Si procede con l’obiettivo di aiutare A a concentrarsi sul presente e su chi, ora, può fare qualcosa e come. Grazie alle domande emergono altre informazioni sulle parti in gioco. Per esempio, l’avvocato di A e l’avvocato del condominio sono amici.

Quello che ora preme è creare una strategia d’azione tra A e il suo avvocato, ovvero comprendere come agire/comunicare con il professionista, partendo dal fatto che A non ha piena fiducia nelle sue capacità negoziali, date anche dal fatto che il legale si è dimenticato di riassumere il giudizio facendo diventare esecutivo il decreto. Esiste però l’interesse di A a salvaguardare la relazione, tenuto conto che deve ancora essere saldata la parcella. Emerge la proposta che A solleciti il suo avvocato ad una modalità differente da quella passiva dallo stesso assunta, facendo una domanda di questo tipo: “Se dovessimo svegliarlo questo cane, lei come lo farebbe?”. Dall’affermazione dell’avvocato è infatti emerso che non sono chiari i bisogni del suo assistito di chiudere questo contenzioso. A viene invitato a esplicitare i suoi bisogni “La ringrazio per i suoi consigli e la sua strategia, ma io ho bisogno di un’alternativa che rispecchi i miei bisogni. A quanto ammontano le sue spese?

Per aiutare A ad aprire con il suo avvocato un negoziato, occorre riconfigurare l’idea che ha dello stesso, stimato per le sue competenze tecniche (avvocato vecchio stile) ma non negoziali. Finché A ha del suo avvocato un’opinione simile, non è possibile raggiungere l’obiettivo.

A deve innanzitutto chiarire a se stesso la situazione e decidere se vuole continuare con il suo legale, oppure cambiarlo.

SI; chiarire subito che non si vuole un contenzioso, ma un negoziato e verificare quale strategie il collega possiede per crearlo.

NO: cambiare avvocato

A cura di T. Fragomeni